Un breve estratto dei messaggi che giungono in redazione in occasione del ventennale della rivista. I testi integrali saranno pubblicati in un numero speciale dei quaderni della rivista.
Fuor d’ogni retorica, partecipo alla celebrazione del XX° Anniversario della Rivista catanese, fondata da Orazio Maria Valastro, facendo specifico ricorso ad un dispositivo etnografico che denomino “effetto M@gm@” – col chiaro intento di dar misura al “valore” del suo “logo” conquistato sulla scena internazionale degli studi sociologici. Ed è così nutrita la sequenza di intellettuali, ricercatori e studiosi che hanno dato consistenza e spessore alla Rivista, che per il XX° anniversario credo che andrebbero tutti “riconosciuti” alla specifica maniera di Axel Honneth (2019), assegnando particolari effetti alle loro presenze sgomitolatesi per i Vent’anni investiti a dar consistenza al general intellect che è la forma del soggetto etico che s’incarna nelle istituzioni dell’alta formazione – un risultato conseguito grazie alla tenuta del profilo culturale della Rivista. Come a dire che alla sua specifica mission pubblica, verso cui il Direttore scientifico Valastro continua a dispiegare i propri sforzi, non è mai venuto meno il sostegno di quanti – condividendone i progetti – se ne son fatti testimoni e sostenitori, nella pienezza di un ruolo di autentici co-protagonisti.
E infatti, tutti i ricercatori che son passati da Catania – convocati dal Direttore scientifico della Rivista – hanno continuato a curare quei rapporti di cui devono aver avuto iniziale percezione etica e deontica come è nella migliore tradizione umanistica del mondo della ricerca – conseguendone per la sua icona un autentico profilo glocal che rende compatibili la sua anagrafe catanese con la non meno identitaria aspirazione internazionale.
Sarà stato per queste ragioni, allora, che è venuta qui maturandosi la salda determinazione di ponderare la scelta da fare tra la duplice opzione:
–se rovistare tra le tematiche incartate nei Vent’anni da passare a rassegna e portarle così a bilancio ideale – per una loro analitica rappresentazione storica e culturale;
-o se invece tentare di ravvisare nelle memoires dei Numeri Monografici della Rivista un qualche possibile lascito e magari individuandone degli accumuli culturali fermentati in chissà quanti “altrove” – senza mai interrompere l’energia copiosamente riversata nei dintorni, che non s’è mai stagnata sotto la Montagna dell’Etna né se n’è solo scivolata nel mare prossimo dei Giardini Naxos… cercando altrove raggrumati segni di altre esperienze culturali, o indizi che, per quanto velati in altri cieli eccedenti, tutti li fa somigliare, infondo – come accade per ogni altra affinità antropologica, per le tante consuetudini di lingue e di costumi che abitano città e territori meridiani che nella toponimìa trovano rafforzi di appartenenze solidali di quanti hanno per vent’anni gravitato attorno alla Rivista di Valastro.
Vito Antonio D’Armento
Socio Onorario e Collaboratore Scientifico dell’Osservatorio dei Processi Comunicativi, collabora con il Comitato Scientifico della rivista elettronica M@GM@; già professore associato in Sociologia della devianza e Sociologia della marginalità e della devianza, facoltà di Scienze della Formazione, Scienze Politiche e Sociali, Università degli Studi del Salento; ha fondato e dirige il Centro Studi Qualitative Approach in Ethnography (AQuE), promuovendo laboratori, gruppi di lavoro e di ricerca, seminari; ha co-fondato la Società Internazionale di Etnografia, di cui ricopre la carica di direttore generale.